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Non posso insegnare dei valori e praticarne altri, anche solo per una semplice coerenza

Avigliana, 21 dicembre 2021


Lettera alle colleghe ed ai genitori delle alunne e degli alunni della classe1° A del

plesso «Anna Frank» dell’I.C. «Avigliana».


Buonasera,

avevo il piacere di salutarVi singolarmente e collettivamente come comunità

educante, perché come sapete, sarò costretta, mio malgrado, ad assentarmi

dall’insegnamento perché soggetta a provvedimento di sospensione, in quanto non

intendo sottopormi all’obbligo vaccinale.

Ringrazio di cuore i genitori che hanno sottoscritto la lettera che è stata indirizzata

alla Dirigente e che mi ha commossa.

Ovviamente non entro nel merito della questione dell’obbligo vaccinale, perché

ritengo debba essere una libera scelta basata sul proprio stato di coscienza, ma sulla

motivazione profonda che risponde a quanto scritto da Anniek Cojean, la quale

racconta che un preside di un liceo americano aveva l’abitudine di scrivere, a ogni

inizio di anno scolastico, una lettera ai suoi insegnanti:

«Caro professore, sono un sopravvissuto di un campo di concentramento. I miei occhi hanno visto ciò che nessun essere umano dovrebbe mai vedere: camere a gas costruite da ingegneri istruiti; bambini uccisi con veleno da medici ben formati; lattanti uccisi da infermiere provette; donne e bambini uccisi e bruciati da diplomati di scuole superiore e università. Diffido–quindi–dall’educazione. La mia richiesta è: aiutate i vostri allievi a diventare esseri umani. I vostri sforzi non devono mai produrre dei mostri educati, degli psicopatici qualificati, degli Eichmann istruiti. La lettura, la scrittura, l’aritmetica non sono importanti se non servono a rendere i nostri figli più umani». (Tratto da «Les mémoires de la Shoah» di Anniek Cojean-in «Le Monde» del 29aprile1995).

Alla luce del suddetto scritto, non ho potuto esimermi dal rispettare quello in cui

profondamento credo la libertà di ogni essere umano sulla base del principio di scelta

dell’unanimità e non quello di maggioranza.

Ringrazio tutte le colleghe per l’amore professionale per il lavoro, per la fattiva

collaborazione e per il sostegno.

Mi dispiace profondamente del disguido arrecato, ma, come vi ho scritto in tutti i

compiti assegnati per casa, ritengo che il primo compito sia quello di essere felici e

la ricerca della felicità è una bussola che si può riconoscere ed avere avere il

coraggio di seguire.

Non posso insegnare dei valori e praticarne altri, anche solo per una semplice

coerenza.

Lascio la mia e-mail personale per qualsiasi necessità.

Auguro a tutti e ad ognuno in particolare, un Felice Anno Nuovo!

Con Amicizia,

Marina

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