SCUOLA E PANDEMIA
È tempo, sia per i docenti che per gli studenti, di ritrovare, dopo due anni di stato di eccezione e di annullamento di tutte le più elementari libertà, quella coscienza politica che sembra scomparsa dalle scuole. È tempo di interrogarsi sulla razionalità delle leggi imposte: dalle chiusure, alle mascherine, al susseguirsi di decreti per un rientro sicuro a scuola.
La nostra cultura insegna che è male disubbidire, che non si deve mai far nulla che vada contro le regole. Il vivere intero è un equilibrio tra diritti e doveri che le norme cercano di mantenere. Ma è sempre giusto dire "Faccio questo perchè mi dicono che devo farlo", "Le regole sono queste e dobbiamo rispettarle e farle rispettare"? O forse è più importante e corretto che ciascuno stabilisca quali sono le regole che funzionano e sono necessarie per preservare l'ordine nella nostra cultura, e a quali, invece, è lecito disubbidire senza danno per sè o per gli altri?
Noi personale scolastico non siamo certo qui per promuovere il non-rispetto delle norme (anche perchè non è redditizio ribellarsi per il gusto della ribellione), ma per gettare i semi di un pensiero "altro", poiché giova molto di più essere se stessi e vivere secondo la propria scala dei valori.
"Le persone di buon senso e affezionate alle regole non auspicano alcun miglioramento né a sé né alla società. Intuiscono che il miglioramento può venire solo da nuove sperimentazioni, e ogni sperimentazione richiede che siano infrante le regole"
Un milione di giorni, di Francesco Burdin, 2001
Inizialmente abbiamo scritto un appello contro il Decreto Legge 172/2021, che impone la vaccinazione del personale scolastico come requisito essenziale per lo svolgimento dell’attività lavorativa.
Dopo il recente e irrazionale susseguirsi di norme sempre più severe, che non sono a vantaggio di nessuno e che determinano inutili e profonde discriminazioni per i nostri bambini e ragazzi, stiamo cercando di tessere una rete più ampia che promuova i diritti e la salute di tutti e di ciascuno. Affinché le parole inclusione, rispetto e diversità non siano "come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna" (1Cor13), auspichiamo che si apra una seria riflessione su quanto sta accadendo e si agiscano leggi che siano leali verso il cuore umano e non la mera esecuzione delle scelte di un governo che, per celare mancanze ed errori, cerca riparo in regole antiscientifiche e illiberali.
Crediamo che ogni momento storico complesso e difficile, e questo lo è, possa essere un'occasione di riflessione sulla coerenza e sulla bontà del nostro agire e siamo profondamente concordi con il pensiero di Giorgio Agamben: "E questo, in un certo senso, è il solo dato positivo che si possa trarre dalla situazione presente: è possibile che, più tardi, la gente cominci a chiedersi se il modo in cui viveva era giusto."