Riportiamo una bella lettera di un collega qui pubblicata
Cari colleghi, maestre e professori,
come farete adesso? Il 10 gennaio sono riprese le lezioni, ma non tutti eravamo a scuola. Non sto parlando dei malati di Covid, pur così numerosi tra docenti e alunni. Mi riferisco a quanti di noi sono stati sospesi prima delle vacanze di Natale, sospesi non perché hanno toccato il sedere a una studentessa o si sono intascati i soldi del viaggio di istruzione. Sospesi perché renitenti all’obbligo vaccinale, cioè per una libera scelta sul proprio corpo e sulla propria vita. Sospesi semplicemente perché si sono rifiutati di sottoporsi all’inoculazione di sostanze sperimentali, che tali sono e rimangono, nonostante le bugie di regime, visto che la loro sperimentazione è ancora in corso (al proposito si veda il botta e risposta tra Sileri e Frajese relativamente alla sperimentazione sui bambini: un esempio lampante di quanto i cosiddetti “esperti”, in questo caso Sileri, ci stiano mentendo, e da anni).
Come farete ora, voi che siete rimasti in cattedra senza dire una parola di protesta, senza manifestare la benché minima opposizione a questo scempio? Come farete a insegnare la nostra Costituzione, che tutti i giorni oramai viene sistematicamente calpestata, dai governi Conte prima e dal signor Draghi poi, con la copertura e l’approvazione del presidente Mattarella, che dei principi espressi da quella Costituzione dovrebbe essere il garante? Ammesso e non concesso che il vaccino anti Covid preservi la salute degli italiani, la nostra Costituzione mette la salute all’articolo 32, soltanto all’articolo 32! Significa che esistono 31 concetti che i padri costituenti ritenevano più importanti della salute.
All’articolo 1 si stabilisce che la nostra Repubblica è fondata sul lavoro, sì, proprio su quel lavoro che a noi insegnanti non inoculati è stato tolto per sei mesi (poi si vedrà…), così come ci è stato tolto lo stipendio. All’articolo 2 si dice che la nostra Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, quei diritti che l’obbligo vaccinale sta appunto violando, visto che la Magna Charta delle sperimentazioni mediche, ovvero il Codice di Norimberga, all’articolo 1 recita: “Il consenso volontario del soggetto umano è assolutamente essenziale. […] [la persona] dovrebbe essere edotta in maniera tale che sia capace di esercitare un libero potere di scelta, senza l’intervento di alcun elemento di forza, frode, dolo, costrizione, inganno, nonché altre ulteriori forme di costrizione o coercizione”. Al momento in Italia è al potere un regime che estorce il consenso ai cittadini ricattandoli e riducendoli alla fame. Cari colleghi, vi sembra che questo infame ricatto sia rispettoso dei “diritti inviolabili” dell’uomo? Nessuna pandemenza può giustificare la violazione costante e sistematica dei principi fondamentali del nostro ordinamento. E lasciamo stare altri importanti concetti che troviamo inseriti successivamente nella nostra Costituzione: quelli di “solidarietà”, di “pari dignità sociale” di tutti i cittadini (l’esatto opposto dell’esclusione sociale a cui sono stati condannati i non inoculati), e poi il diritto al lavoro, sui cui ritorna l’articolo 4, l’inviolabilità della libertà personale sancita dall’articolo 13, che recepisce nel nostro ordinamento il principio dell’habeas corpus, quanto mai attuale in un momento storico in cui lo Stato pretende di decidere sulla nostra pelle, di esercitare un dominio totale sul nostro corpo… Come farete a insegnare, d’ora in poi, che in realtà non ha senso dire “io ho il corpo”, quasi fosse un oggetto in nostro possesso, e che la frase corretta sarebbe piuttosto “io sono il corpo”? E vorrei ricordarvi che il Codice di Norimberga è un insieme di principi normativi enunciati nella sentenza del tribunale militare americano che il 19 agosto 1947 condannò 23 medici nazisti, 7 dei quali a morte, per gli esperimenti condotti nei campi di concentramento. Sì, medici, nazisti ma medici, perché medici e scienziati sono sempre stati capaci, nella storia, dei peggiori crimini, e lo sono ancora, come del resto qualunque essere umano. Non esistono categorie al di sopra del bene e del male.
Come farete ora a insegnare l’educazione civica? Beh, in effetti l’educazione civica odierna non è certo la stessa di un tempo, cioè l’illustrazione e l’approfondimento di alcuni articoli della Costituzione. La Costituzione è rimasta come la foglia di fico dietro alla quale si nasconde il vero obiettivo di chi ha reintrodotto questa disciplina, snaturandola: l’Agenda 2030, il Nuovo Ordine Mondiale e Sanitario a cui tutti devono piegarsi. Quando mai, infatti, si propone a scuola un’agenda politica in corso di attuazione? È una scuola di regime, a cui voi vi siete allegramente conformati.
Ma come farete, ora che noi “no vax” siamo stati sospesi (e voi siete rimasti in silenzio), come farete a combattere a parole lo “stigma sociale”, che avrebbe colpito per esempio i cinesi innocenti bollandoli ingiustamente come untori? Noi forse non siamo stati additati come untori? Noi che eravamo sani, proprio noi che siamo stati costretti per tre mesi a dimostrare il nostro stato di salute sottoponendoci al tampone nasale ogni due giorni? Come farete a riempirvi la bocca coi diritti delle minoranze? A sensibilizzare gli studenti sul problema del mobbing, ora che è il governo italiano a perseguitare, non solo a scuola, una minoranza di lavoratori onesti e leali? Come potrete ancora dissertare sulla tolleranza, sull’inclusione, queste magnifiche parole d’ordine del regime che ha espulso dalla società chi non si inchina e porge il braccio? Come potrete magnificare l’autodeterminazione? E, soprattutto, come potete ancora credere a queste frescacce imposte dalla cultura dominante, a cui vi siete accodati forse in buona fede, ma che ora si rivelano per quello che sono: falsità, simulacri vuoti, specchietti per le allodole? L’obbligo di un trattamento sanitario sperimentale e pericoloso (sì, pericoloso, perché ci sono morti e invalidi: chiedete all’Aifa), oltre a calpestare tutte le sentenze relative della Corte costituzionale, fa a pezzi la retorica della tolleranza, della lotta alle discriminazioni, dell’autodeterminazione. Lo capirete finalmente, ora che ci hanno escluso dalle scuole e lasciato a casa senza mezzi di sussistenza?
Ma soprattutto, con quale faccia ora potrete spiegare ai ragazzi quanto sia ingiusta e spregevole la strategia del capro espiatorio? Trovare un capro espiatorio serve al potere per alleggerire le tensioni sociali, allontanando da sé stesso la rabbia popolare montante. Che so, magari gli italiani vanno su tutte le furie perché, nonostante le promesse sui mirabolanti vaccini, la malattia non scompare ma si diffonde enormemente, coi gravi danni economici, oltre che per la salute, per evitare i quali li avevano convinti a correre i rischi correlati all’inoculazione. Creando un capro espiatorio la rabbia popolare viene sviata dai responsabili della situazione, e abilmente indirizzata su una minoranza di diversi (i famigerati “no vax”). “No vax” è un’etichetta che demonizza a priori una parte del nostro popolo (e non solo). In realtà si tratta di cittadini che dicono no. Chiamiamoli con il loro nome: dissidenti, oppositori politici, o semplicemente persone prudenti. Sia benedetto chi dice no: la sua presenza testimonia che si vive in una democrazia. Solo nelle dittature non c’è chi dica no, non ci può essere.
Dunque come potrete spiegare, d’ora in poi, la novella di Rosso Malpelo, l’affare Dreyfus, le persecuzioni degli ebrei? Ah, ma gli ebrei non avevano scelta! Certo, non si sceglie di nascere ebrei, o di avere i capelli rossi come il personaggio di Verga. Ma non tutti i capri espiatori sono costruiti su base etnica o fisica: i cristiani massacrati da Nerone e compagni avrebbero potuto benissimo bruciare un granello di incenso alla statua dell’imperatore, ma non l’hanno fatto. Si sono mantenuti fedeli a Dio sino alla fine, testimoniando anche il valore imprescindibile della libertà religiosa, e quindi della libertà di scelta. Questo dicono anche a noi, a distanza di secoli. Come farete a parlare agli studenti di quei martiri?
E spiegherete ancora la figura di Augusto, che ufficialmente si prodigò per restaurare la repubblica romana, ma in realtà la svuotò, trasformandola in una dittatura, in una monarchia assoluta? Augusto “il grande baro”, come l’ha definito Antonio Spinosa. Un vero salvatore della patria, come ne vediamo all’opera oggi in Italia. Nelle vostre lezioni tratterete ancora l’Antigone di Sofocle, le inviolabili leggi non scritte, eterne e quindi leggermente più durature dei decreti-legge del novello Creonte che stabilisce chi è dentro e chi è fuori dalla città? Come vi sarà possibile? Come farete, adesso, a leggere la favola del lupo e dell’agnello, se oggi l’agnello no vax minaccia la salute di un lupo che pure si è fatto inoculare tre dosi? Come potrete spiegare Montale, che venne sollevato dal suo incarico di direttore del Gabinetto letterario Vieusseux perché si rifiutò di prendere la tessera del partito fascista, mentre ci sono colleghi sospesi dal lavoro perché contrari al Green Pass? E Cesare Pavese, che fu mandato al confino a Brancaleone Calabro, come potrete presentarlo a studenti che magari hanno perso un insegnante perché confinato in casa, in lockdown personale, sano ma senza vax in corpo? E Nelson Mandela? Esalterete ancora la sua lotta contro l’apartheid, adesso che in Italia è stata introdotta l’esclusione sociale? Esclusione che è peggiore dell’apartheid, perché in quel caso almeno ci sarebbe uno scompartimento sul treno, o qualche posto sull’autobus, destinato ai non inoculati. Ancora: come potrete affrontare l’opera di Bertolt Brecht, che nella Vita di Galileo denuncia proprio quanto sta avvenendo oggi, ovvero l’asservimento degli uomini di scienza al potere (e non certo l’inverso, come vorrebbero farci credere). Sugli scienziati il drammaturgo tedesco e il suo Galileo non si facevano illusioni: “una progenie di gnomi inventivi, pronti a farsi assoldare per qualsiasi scopo”. E come potrete far leggere quel bel testo che a Brecht viene erroneamente attribuito: Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare. Tra l’altro, quando verranno a prendere i no vax, non pensiate che la cosa non vi riguardi: siamo tutti no vax ogni quattro mesi. O credete di sopravvivere anche alla decima dose?
Cari colleghi, se non vi opponete adesso, come potrete ancora mettere in guardia gli studenti dalle dittature? Come farete a proiettare film come Fahrenheit 451, con la scena della maestra cacciata da scuola, o Le vite degli altri, in cui uno dei personaggi si uccide? Ah, ma forse il nome di Giuseppe De Donno non vi dice nulla.
La scuola italiana è antifascista per costituzione. Con l’imposizione dell’obbligo vaccinale cessa di essere antifascista, pertanto cessa di esistere come scuola. La scuola italiana è ufficialmente morta, uccisa per decreto dal governo Draghi. Ma voi come farete a dirvi ancora “antifascisti”? A definirvi “di sinistra”? E voialtri, come potrete dirvi “conservatori”, “liberali”, mentre le libertà fondamentali vengono spazzate via? E voi ancora, come è possibile che vi professiate “cristiani”, “cattolici”, quando non avete alzato un dito mentre intorno a voi c’era chi cadeva sotto i colpi di un regime fondato sul ricatto, sulla sopraffazione e sulla menzogna?
La scuola italiana era antifascista, e come tale si prefiggeva l’obiettivo di sviluppare negli alunni il senso critico. Il senso critico ci dice che nel nostro paese c’è una guerra in atto. Una guerra combattuta non contro un virus, ma contro gli italiani.
Genova, 14 gennaio 2022
(prof.) Emanuele Gavi
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