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Nessuna maggioranza, nessuna forza collettiva può rapirvi ciò che vi fa essere uomini


Tanti professori prima di essere sospesi hanno preso carta e penna, scrivendo ai loro alunni. Di seguito riportiamo la lettera del prof. Gaetano; ci ricorda che vi sono cose che costituiscono il vostro individuo e sono essenziali alla vita umana. E su queste neppure la maggioranza potrà mai avere potere.



Carissime e Carissimi,

mi permetto di disturbarvi soltanto per confermarvi che alla ripresa delle lezioni non sarò in classe con voi. Non potrò quindi proseguire, come avrei voluto, quel lavoro comune dal quale ho avuto negli anni grandi soddisfazioni, esclusivamente grazie al contatto quotidiano con ragazze e ragazzi come voi: con i vostri problemi, le vostre aspirazioni, le vostre speranze.

Chi, come me, nell'adolescenza e nella giovinezza oramai lontane, ha disinteressatamente nutrito l'ideale di un futuro migliore non solo per sé ma anche per gli altri, nonostante i molti errori e i tanti insuccessi, quando ogni mattina entra in classe, sente che quello che fa non è un semplice lavoro: è un privilegio grandissimo, una vera e propria missione.

L'allontanamento dal mio posto di lavoro è la conseguenza, dovuta ad un recente decreto, di una mia decisione non contro qualcosa, ma per qualcosa: la libertà di poter scegliere il proprio destino, che pensavo fosse sancita dalla Costituzione della Repubblica Italiana (art. 32):

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Leggetelo bene, perché non sempre viene riportato con precisione – e sapete bene quanto io tengo all'attenzione ed alla comprensione, quando si legge qualcosa.

Non pensavo quindi che la mia libera scelta potesse diventare motivo di esclusione dal mio posto di lavoro. Accetto tuttavia serenamente il provvedimento di cui sarò oggetto, ma difenderò le mie scelte e le mie opinioni, nella speranza di ottenere giustizia e poter quindi tornare in servizio nelle nostre classi, prima della 0ne di questo strano anno scolastico.

Non voglio sottrarre altro tempo al vostro lavoro. Prima di salutarvi, però, vi do un compito di quelli seri (oramai mi conoscete...): leggere e meditare le parole di un grandissimo Italiano, Giuseppe Mazzini, al quale ho accennato nelle classi quinte.

Vi sono cose che costituiscono il vostro individuo e sono essenziali alla vita umana. E su queste neppure il popolo ha signoria. Nessuna maggioranza, nessuna forza collettiva può rapirvi ciò che vi fa essere uomini. Nessuna maggioranza può decretar la tirannide e spegnere o alienare la propria libertà. Contro il popolo suicida che ciò facesse, voi non potete usar la forza, ma vive e vivrà in eterno in ciascun di voi il diritto di protesta nei modi che le circostanze vi suggeriranno.

Lo troverete difficile, lo so, ma dedicateci lo stesso del tempo: merita infatti un po' di fatica – come tutte le cose veramente importanti della vita.

Un caro saluto a tutti voi ed alle vostre famiglie, con l'augurio che possiate anche in questo anno raggiungere le mete che vi siete proposti,


prof. Gaetano

6 gennaio 2022

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