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Educare o addestrare?


Oggi, 22 aprile, ho scioperato per un reintegro degno dei miei colleghi sospesi (alcuni demansionati dal 1 aprile pur avendo il super green pass rafforzato da guarigione…)

Non è stato facile trovare chi facesse sorveglianza nelle mie classi perché il personale “COVID”, una ragazza giovane, vaccinatasi a gennaio-febbraio solo per non perdere il lavoro, era a casa con il COVID, ovviamente, molto amareggiata… Il docente di sostegno, che questa sfortunata insegnante sta attualmente sostituendo, è a casa SANO, ma non vaccinato e il 1 aprile, piuttosto che rientrare demansionato e produrre un relativo danno erariale, ha preferito licenziarsi.

E questi sarebbero gli insegnanti, cosiddetti no-vax, che tradirebbero il patto educativo? Questi possiedono una cosa che nessuno di chi ci governa ora sembra lontanamente conoscere: DIGNITÀ! Peccato che per lo Stato non siano DEGNI di insegnare, perché non sia mai che chi pensa possa EDUCARE! Per avere dei futuri “bravi” cittadini bisogna ADDESTRARE e per tale scopo meglio non assumere chi ha un pensiero proprio (giusto o sbagliato che sia), ma utilizzare fedeli servitori che propinano gli slogan e le mode che il Ministero dell’Istruzione richiede.

Il ministro Bianchi, da trivaccinato e positivo, ha affermato: "La violazione di un obbligo non può restare priva di conseguenze. Il puro e semplice rientro in classe avrebbe comportato un segnale altamente diseducativo; per questo si è dovuto trovare un ragionevole equilibrio tra il diritto dei docenti non vaccinati di sostenersi e il loro dovere di non smettere mai di fornire il corretto esempio".

Non è il virus SARS-Cov-2 né la malattia da questo eventualmente provocata a spaventare. Spaventa che un Ministro ritenga un segnale altamente diseducativo la libera scelta di non sottoporsi ad una vaccinazione (sperimentale e che non protegge dal contagio). Indigna che vengano spesi soldi pubblici per far rientrare dei docenti negli sgabuzzini e che questi stessi docenti, se solo vengono avvicinati dai loro ex studenti, vengano richiamati: questo è successo in uno dei Licei ritenuti l'eccellenza dell'inclusione nella città in cui sono nata, Brescia.

In tutto ciò vedo un disegno chiaro e drammaticamente orwelliano. Cosa potranno imparare i nostri alunni? Impareranno che se non rispetti le regole, anche quando queste non hanno alcun fondamento giuridico e scientifico, avrai delle conseguenze e che dare il "corretto esempio" è il dovere di ogni bravo cittadino.

Qualcuno potrà pensare che si tratti del "solito" complottismo, ma è una realtà più vicina di quanto si possa immaginare e l'episodio che mi accingo a raccontarvi ne è un fulgido esempio. Qualche giorno fa mio figlio (V elementare) è stato richiamato da un compagno per non avere indossato correttamente la mascherina. Mio figlio ha risposto: "Abbiamo giocato e corso all'aperto fino ad adesso, abbiamo fatto le scale! Con le mascherine non si respira... Siamo appena entrati in classe dove le finestre sono tutte aperte, adesso la indosso...".

La risposta del compagno fa rabbrividire:"Anche io faccio fatica a respirare con le mascherine, ma rispetto le regole!". E voilà, il bambino addestrato è già pronto per essere immesso nella società che esegue.

"Va bene..." - risponde mio figlio - "se vuoi morire senza fiato rispettando le regole, libero di farlo, ma non pretendere che lo facciano anche gli altri!". Chapeau al bambino e-ducato, che usa il buon senso e appartiene ad una società che pensa.

Allora mi domando e vi domando, che genere di insegnanti vogliamo essere? Coloro che addestrano o che educano? Io ho deciso da che parte stare e non ho paura di manifestarlo in modo sereno, ma fermo con i miei alunni e i miei colleghi, perché una piccola goccia può scavare anche le pietre più dure e addestrate, perché possiamo e dobbiamo lasciare alle generazioni future la capacità di pensare, di argomentare, di scegliere e -perché no?- di trasgredire, se necessario.

Federica Germano




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