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Che cosa insegna un insegnante no-vax?

Fabio Fazio torna all’attacco contro gli insegnanti no-vax (ammesso che possano essere così chiamati) in un articolo sulla rivista Oggi.

Il conduttore, inconsapevole (o incurante) dell’ondata di contagi di dicembre-gennaio che ha colpito tutti (prime, seconde, terze dosi e non vaccinati) riesce ancora a scrivere quella che ormai è la fake news dell’anno “la libertà di insegnamento può arrivare al punto da rivendicare la possibilità di mettere a rischio la salute degli studenti?”


Qui sotto pubblichiamo il testo di una lettera scritta da una collega in risposta al conduttore. Ottime riflessioni che ci sentiamo di condividere.


Sig. Fazio,

ho appreso dal Suo scritto dal titolo “Che cosa insegna un insegnante no vax” che nutre forti dubbi sull’opportunità educativa e, si legge fra le righe, morale che i docenti non vaccinati continuino a insegnare in futuro. Le rispondo non con piacere né con l’illusione di poter avere un confronto razionale con Lei, ma perché la gravità delle Sue affermazioni, che sono pubbliche e quindi ancora più pesanti, lo richiede. Purtroppo il mancato esercizio dello spirito critico, che dovrebbe caratterizzare una persona che la scuola ha contribuito a formare, Le ha impedito di riflettere prima di esprimersi.

Mi riferisco innanzitutto alla Sua affermazione che i docenti non vaccinati non siano stati fatti rientrare in classe “per tutelare la salute degli studenti, in particolare fragili” (come affermato anche dal Ministero dell’Istruzione), e che abbiano “professato un atteggiamento anti-scientifico e addirittura pericoloso per sé e per gli altri”. La prima finalità sottende la convinzione che chi non è vaccinato contagi (con tampone negativo o senza tampone) e che chi è vaccinato non lo faccia. Arrivati ad Aprile 2022, solo chi è privo di spiritocritico o in malefede può ancora dire che i vaccini anti Covid 19 abbiano fermato i contagi: non è una mia opinione, per citarla, lo dimostrano i dati statistici ufficiali reperibili facilmente in rete, che potranno mostrarLe come il numero dei contagi dell’inverno 2022, con la terza dose vaccinale estesa alla popolazione +12 anni e addirittura l’apertura della campagna ai bambini dai 5 anni, non siano stati affatto migliori di quelli del 2021, quando la campagna vaccinale aveva interessato in modo massiccio solo i sanitari e da marzo inoltrato i docenti. La conforterà altrimenti ritornare alle dichiarazioni pubbliche di Bourla, CEO di Pfizer, che tra l’altro annunciava alcuni mesi fa l’arrivo, in realtà non avvenuto, a marzo 2022 di un vaccino che avrebbe potuto dimostrarsi finalmente efficace anche contro i contagi, a differenza dei precedenti, oltre che specifico per Omicron. Intervistato dalla CBS, Bourla affermava: «La protezione che stiamo ottenendo dalla terza (dose) è abbastanza buona per ricoveri e decessi», ha detto Bourla. Ma la protezione dopo tre dosi «non è così buona contro le infezioni» e «non dura molto a lungo» di fronte a una variante come Omicron. Anche la necessità di una quarta dose (e il profilarsi di una quinta per i fragili) tra questa primavera e in autunno rimandano al mancato stop dei contagi, oltre ad una protezione relativa e non duratura nel tempo dalla malattia in forma grave. Compreso che il contagio può venire anche da parte della platea dei 66,24% di italiani vaccinati con terza dose, dell’85,65% di parzialmente protetti e dei 90,13% di over 12vaccinati (dati de Il Sole 24 Ore relativi al 22/04/2022 https://lab24.ilsole24ore.com/numeri-vaccini-italia-mondo/?refresh_ce=1 ) la pericolosità dei docenti non vaccinati che lavoreranno con tampone negativo fino al 30 aprile e da maggio senza, come tutti i lavoratori italiani, è insostenibile. Rimane quindi la questione etica sollevata dal suo contributo e che prima non ho citato: “e per non dare un segnale sbagliato”, ha scritto, anche qui riprendendo le dichiarazioni del Ministero. Ma anche l’accusa di mancanza di etica e di responsabilità Lei le riferisce al tema della pericolosità, già confutata, e del non essersi fidati della scienza.

Ebbene, rispetto al Suo concetto di scienza e di ciò che sarebbe ascientifico, le cito le parole del dott. Sandro Sanvenero, Presidente dell’Ordine Odontoiatri di La Spezia, medico non sospetto di stregoneria, che non ha mai prescritto riti magici (e a questo proposito, suvvia, può fare di meglio nella scelta delle Sue argomentazioni). In una lettera di pochi mesi fa a FNOMCeO e a tutti gli Ordini d’Italia, Sanvenero parla di necessità riflessiva che ricade proprio sui medici e scrive: “L’arte medica, come ben sappiamo, è una scienza empirica che basandosi sull’evidenza, utilizza il metodo sperimentale cioè il continuo controllo e rivalutazione critica del fatto che le ipotesi siano coerenti con le osservazioni sul campo. Altrettanto acclarato è che, non rientrando tra le scienze esatte, il progresso delle conoscenze mediche si nutre del dibattito e del confronto, di prove e di confutazioni, argomentazioni e controargomentazioni, in una parola si nutre del dubbio. Rilevo che dati sul campo non paiono sempre coerenti con una sola ipotesi. [….] Non si tratta, minimamente, di voler accreditare una tesi rispetto ad un’altra; si tratta di stimolare e richiedere […] che il confronto tra strategie differenti sia sottoposto al vaglio e dibattito: si tratta di richiedere che venga applicato, e non derogato, il metodo scientifico il cui valore, tutti, riconosciamo ed al quale ci inchiniamo.”

Se sopporta ancora l’esercizio dello spirito critico che sto facendo, Le vorrei ricordare che, mentre Lei si esprime come se tutto fosse già dimostrato a favore della Sua tesi, la scienza stessa sta procedendo con l’analisi sperimentale e quindi critica (ecco che torna questo aggettivo, anche nella sua accezione filosofica) dell’efficacia e della sicurezza dei vaccini anti Covid 19, come pure delle terapie farmacologiche (sì, anche quelle adottate da chi non ha sposato il dictat vaccinale come unica soluzione al problema) contro tale malattia in fase precoce ma anche grave, nonché della sua prevenzione (quindi finalizzata, questa sì, a prevenire i contagi), con risultati importanti pubblicati sulle riviste mediche e scientifiche del calibro di The Lancet, BMJ, Nature, America Journal of Case Report, Food and Chemical Toxicology, Medical Science Monitor, Future Microbiology, ScienceDirect – Journal od Autoimmunity, per citarne solo alcuni.

I risultati danno conto di tanti elementi di preoccupazione relativi alla campagna vaccinale contro la Covid 19 e parallelamente della validità dei protocolli di cura (non solo quelli a base di monoclonali) proposti da numerosi scienziati e medici. La parola “Fine” alla questione non è stata posta dagli scienziati, mi chiedo chi sia Lei per farlo.

Come educatrice, il mio compito è di e ducere, “condurre fuori”, alla luce, il pensiero razionale e l’intelligenza emotiva, invitando a nutrire il dubbio che, oltre a essere foriero di grandi esiti, ci può aiutare a non esporci in modo drammaticamente sprovveduto o penosamente anacronistico. Avevo esordito dicendo che non mi accingevo a scrivere sperando in un confronto razionale con Lei, ma alla fine il mio essere insegnante mi ha condotta ancora su questo piano. Mi fermo qui, benché molte altre potrebbero essere le considerazioni, le prove e gli spunti con cui sollecitare me stessa, Lei e altri lettori: credo che il messaggio sia già chiaro così e quindi anche la risposta al perché sia fondamentale che i docenti, anche non vaccinati, continuino a insegnare.

Prof.ssa Elena Medeghini


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