"Mir spasët krasotà"
La Bellezza è la speranza evocata
Il celebre quadro del "Cristo nella tomba" di Hans Holbein il giovane, che Dostoevskij visitò nel museo di Basilea
"Il Mondo sarà salvato dalla Bellezza", o "La Bellezza salverà il Mondo"?
Nel romanzo di Dostoevskij L’Idiota , il principe Miškin mentre si trova a casa di Rogožin, parlando di un quadro:
--“ Sopra la porta della camera attigua era appeso un quadro stranissimo per la sua forma (...) Raffigurava il Salvatore deposto in quel momento dalla croce. Il principe vi gettò uno sguardo distratto, come ricordandosi di qualche cosa, ma fece tuttavia l'atto di varcare la porta (...) - Mi piace guardare quel quadro! Osservò dopo un breve silenzio Rogožin. - Quel quadro! Esclamò ad un tratto il principe, come colpito da un pensiero subitaneo, "quel quadro! Ma tu sai che, osservandolo a lungo, si può anche perdere la fede?" "Sì, la si perde infatti" confermò improvvisamente Rogožin .”—
Il paragone sotterraneo e implicito tra lo stesso principe e il Cristo morto che avviene per mezzo di un quadro rappresentato nel dipinto ci conduce al cuore pulsante del romanzo: il confronto indiretto tra i due redentori . Miškin, l'idiota, secondo la tradizione russa dello juròdivij, il folle di Dio, è la purezza senza alcuna macchia: comprende tutto, trova una ragione per ogni cosa, niente per lui è imperdonabile o inguaribile. Il principe è Cristo e la sfida di Dostoevskij è avviata.
Al mondo esiste un solo essere assolutamente bello, Il Cristo, e l’apparizione di questo essere assolutamente, infinitamente bello, è di certo un miracolo. il principe Miškin è il tentativo esplicitamente dichiarato di rappresentare questo ideale di assoluta bontà e bellezza morale.
Ma il principe Miškin ispirato e paragonato dall'autore al Cristo, ha con quest’ultimo, ad uno sguardo più attento, ben poco a che fare.
-- Il Cristo narrato dai Vangeli non si preoccupa di capire il mondo , in quanto lo ha capito già, infatti egli a differenza del principe non sprofonda in tutte le più piccole ragioni e capricci degli uomini. Capire è prestare ascolto a tutta realtà, Miškin capisce tutto, non sbaglia un'interpretazione, un'analisi dei fatti: le sue parole sono semplici, come la verità. Ma è una verità, quella del principe, che accoglie e lo fa patire per tutto ciò che gli sta attorno.
-- Il Cristo dei Vangeli soprattutto "annuncia", mentre il principe Miškin "ascolta", s'immerge fino in fondo nell'animo torbido dell'umanità, per restarne poi intrappolato. Così, la "bontà assoluta", che ha deciso di confrontarsi col mondo, assorbe tutto e alla fine esplode. L'umanità, in effetti, non è redenta dalla Bellezza, e neanche dall'Amore o dalla Bontà.. “Tutte queste cose, per quanto perfette, quando si tratta di "salvare", annegano con ciò che vorrebbero salvare”.
-- E allora, quale Bellezza sarà capace di redime il mondo?
La salvezza che Dostoevskij prova a mettere in atto nell’Idiota non è quella bellezza che redime dall’alto ed è armonia che concilia alcune parti escludendone altre al fine di ottenere le giuste proporzioni
Dunque, quale tipo di salvezza è ancora possibile per l'umanità? Cosa metterà d'accordo il caos e la purezza assoluta ?
Il principe Miškin è sul confine stesso della vita , simile alla figura dell’apolide e del paria non occupa un posto determinato, nessuna posizione, che possa determinare il suo comportamento e “limitare la sua umanità pura“. Ma appunto per questo egli può penetrare tanto più profondamente negli animi umani e lì perdersi , il principe, da escluso ed estraneo a tutte le consuetudini sociali e umane quale era, arriva direttamente al cuore delle cose, per poi scoprire in esso l'impossibilità di ricongiungere le parti lacerate della realtà.
La Bellezza che ambisce a salvare resta un incipit incompiuto: un barlume di luce intravisto ma subito inghiottito nelle tenebre del mondo. La storia del principe, il suo rientro tra i vivi, è la consacrazione di questo fallimento.
--Tutta la narrazione inesorabilmente conduce in una sola direzione: il fallimento.--
Ma siamo sicuri che le cose stiano proprio in questo modo ? Non sarà che proprio la frase del principe Miškin, "La Bellezza salverà il mondo", la sua missione fra gli uomini tradita dai fatti , cela in sé l'ultimo misterioso enigma?
"L'umanità è stata capace di una sola grande idea e questa è la Resurrezione dai morti"
Miškin riferendosi al dipinto del Cristo morto: --"più di uno guardando questo quadro può perdere la fede". Il viso di Cristo, a quanto si legge proprio nell'"Idiota", sarebbe atrocemente sfigurato in quel dipinto, con tremendi lividi per i colpi subiti, occhi dilatati e pupille storte: un'immagine troppo realistica di un Cristo che appare irreparabilmente morto. San Paolo aveva affermato: "Se Cristo non è risuscitato, allora è vana anche la nostra predicazione, e vana pure la nostra fede".
Evocare la fede significa poter volgere lo sguardo al futuro, Evocare la bellezza significa poter evocare la salvezza, e in tale evocazione si racchiude la forza dell’annuncio della Resurrezione
La storia del principe Miškin riecheggia inevitabilmente l'altra storia, quella evangelica. In questo senso il finale delle due può considerarsi analogo: entrambe conducono ad un fallimento terreno; entrambe richiamano un annuncio di salvezza . È tutto lontano in quell'annuncio. Tra il mondo presente e quella Bellezza c'è di mezzo soltanto una "chiamata".
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--“E’ talmente bello che non sembra vero“---
Talmente perfetta, talmente veritiera, da mostrare in tutta la sua nudità anche la sua fine
La Bellezza si nutre della distanza., la lontananza dà forza alla bellezza, la evoca
--Solo ciò che rimane distante, lontano può pretendere di salvare: in quella lontananza sopravvive in tutto il suo vigore il segno della propria libertà nel presente.—
-- È quella la sola bellezza che possa effettivamente "salvare”--
Allo stesso modo della Rivelazione cristiana con la sua forte speranza rivolta al futuro, la Bellezza è la speranza evocata. Una "buona novella ", appunto, ma “non è la bellezza a salvare, è l'idea di una salvezza ad evocare il senso perduto e nascosto della "Bellezza", che vive nel richiamo dell’assenza.
La chiave di questo enigma viene fornita da Dostoevskij nell’espressione stessa “La bellezza salverà il mondo”, la salvezza più che attributo è il contenuto stesso di quell’evocazione, di quell’annuncio.
Nell'evocazione e nella lontananza, è anche il senso dell'unico annuncio, e della sola bellezza che interessino per davvero: il richiamo della propria libertà e, implicitamente, del suo contrario, la mancanza di libertà , il male assoluto.
-- "Evocare la bellezza significa evocare la salvezza”—
-- Proprio perché è possibile la libertà che è possibile la salvezza.—
-- Questa notizia è la sola che importi :
--Provate a dare a dei naufraghi su una nave che affonda queste due notizie: la prima è che per quella sera c’è ancora cibo per la cena e coperte per riscaldarsi, e che quella notte non patiranno né la fame né il freddo ; la seconda è che, all'orizzonte si intravede una nave.--
--Secondo voi, quale interesserà?—
Quella chiamata, quell’annuncio, porta il mondo ad essere mondo, e la bellezza ad essere bellezza attraverso il richiamo alla propria libertà.
Così come non riusciamo a guardare il sole se non attraverso un vetro oscuro, allo stesso modo la bellezza si mostra lì dove la sua assenza è più evidente e forte , si svela allo sguardo attraverso le lenti scure dell’assenza e della mancanza, cioè nei momenti di perdita assoluta di libertà e di pericolo imminente per il mondo e l’umanità.
E’ nei momenti di grande tragedia che si svela il senso stesso della salvezza, e appare sul cumulo polveroso di macerie un angelo dallo sguardo rivolto indietro mentre il suo corpo è spinto e trascinato in avanti dalla tempesta di sabbia del tempo. E’ nei tempi bui dell’umanità che come fragore sul tumulto della distruzione appare il bagliore stesso dell’annuncio di salvezza celato nel tempo messianico della liberazione dell’Angelus Novus di Benjamin
Cosa avverrebbe se l'annuncio di un'altra bellezza balenasse in mente per un secondo: "Mir spasët krasotà", "Il Mondo sarà salvato dalla bellezza"?
Le epifanie più vere di questi bagliori di richiami alla Bellezza e dunque alla salvezza e più esattamente alla libertà ,irrompono nella normalità del tempo storico al pari del” tempo –ora” di Benjamin , come emergenza di libertà , come capacità umana di dare inizio a qualcosa di bello e di grande : tali eventi sono sorprendenti e imprevedibili come il marllamèano moment de foudre , come quei rari momenti nella Storia in cui la comparsa di uomini che prendono l’iniziativa e creano spontaneamente attorno a sé lo spazio comune e plurale , il mondo, e in cui i tesori delle libertà pubbliche diventano fondazione del nuovo, che aprono a ciò che salva .
Tornare a parlare di libertà di azione del singolo, di quello spazio di Riconoscimento e Rispetto della bellezza umana nella sua dimensione plurale , che si costituisce nell’inter-homine –esse, cioè nell’essere “tra” uomini uguali, liberi e diversi , e che permette agli uomini di essere i protagonisti della loro Storia significa creare un mondo che salvi da quel deserto di relazioni e bellezza , che è lo spazio aperto oggi dalla nostre moderne Democrazie e dalla loro politica sempre più tecnocratica e globalista, tesa a isolare gli individui all’interno di una società di massa sempre più atomizzata e controllata. Questa condizione di povertà politica-sociale-culturale e umana ha avuto inizio con il Totalitarismo e prosegue con le nuove guerre e la virtuale oppressione delle democrazie di massa , che illude le coscienze dei suoi membri di vivere in un regime di autentica libertà, e che fa della politica uno spettacolo -- messo in scena con moderni mezzi di comunicazione sugli schermi televisivi e sui social media – fra i pochi proprietari ed élite del potere del Nuovo Ordine Tecnologico ed Economico Mondiale.
In un certo senso il mondo è sempre sull’orlo della distruzione , ed ha bisogno di coloro che sono all’inizio per poter essere ri-cominciato. In termini generali, l’opportunità nasce da coloro che nelle condizioni del deserto sono in grado di ricominciare a vivere con passione e ad agire con coraggio; poiché solo ciò che fanno fuori, in uno spazio comune e plurale è manifestazione di libertà che costituisce il mondo comune il solo che possa garantire il” miracolo della libertà “umana e che risponde alla chiamata della Bellezza.
L’uomo è il sale della terra, perché in termini fichtiani il fine dell’uomo consiste nel rendere migliore materialmente e moralmente tutto quando lo circonda , e l’avvicinarsi infinitamente a questa meta è la vera missione dell’uomo in quanto uomo , cioè” in quanto essere ragionevole ma finito, in quanto essere sensibile ma libero”. L’uomo esiste per divenire egli stesso migliore, la libertà è per l’uomo il fine e la meta più alta e mai raggiungibile della realizzazione di sé in quanto uomo, in questo sta la sua grandezza e la sua infinita bellezza.
Questa realizzazione di sé avviene attraverso un processo in cui la relazione con se stessi è sempre intrecciata alla relazione con gli altri e con il mondo. Ciò che fa sì che l’uomo perda se stesso e il rapporto con l’altro e il mondo è una paura storica: la paura di essere mortali, ricerchiamo sempre la non-fine. Un paradosso, la paura di perdere il mondo ci porta lontani dal mondo, la paura della morte ci fa rinunciare alla vita reale e al mondo reale .
Ma è nello spazio comune, nell’incontro e nello scambio comunicativo con l’altro uomo che è possibile umanizzare ciò che avviene nel mondo e in noi stessi, poiché uno sguardo privo di relazioni difficilmente avrà accesso alla bellezza. Solo parlando di ciò che accade, e agendo insieme per una costruzione di un mondo comune, impariamo a diventare umani. In fin dei conti il mondo è sempre un prodotto dell’amor mundi dell’uomo. Solo nell’incontro e nel confronto dell’azione comune si esprime quell’esistenza vitale che combatte la paura della morte. Il mondo è ciò che noi abbiamo in comune, non solo con quelli che vivono con noi ma anche con quelli che c’erano prima e quelli che verranno dopo e che permane nella memoria e che permette di resistere nel tempo.
Se resiste, il mondo, è solo per la capacità umana degli uomini di produrre l’inatteso. Il linguaggio, la parola, le storie che diventano racconti sono l’eternità non del singolo ma del mondo. Il miracolo che preserva il mondo dalla sua naturale rovina è la natalità, la pura contingenza, che ricomincia sempre di nuovo con ogni nuova nascita , come ri-cominciamento an-archico, ed è un'origine che non può mai diventare una cosa del passato , e che in quanto tale garantisce una storia che non può mai finire perché è la storia di esseri la cui essenza è l’inizio.
“Initium ut esset creatus est homo , ante quem nullus fuit “ De Civitate Dei Sant’Agostino
Affinché ci fosse un inizio fu creato l’uomo, prima del quale non c’era nulla di simile, la libertà fa ingresso nel mondo con l’uomo. La libertà è la capacità dell’uomo di essere questo nuovo inizio, in ciò consiste il senso della sua irriducibile unicità contro il tentativo del potere di renderlo superfluo.
Infine, l’appello alla bellezza rimanda a ciò che essa ci chiede: realizzare la sua essenza, come compito etico e spirituale proprio dell’uomo e della storia dell’intera umanità.
“Il bene, se diviso dalla Verità e dalla Bellezza è soltanto sentimento indefinito, un impulso privo di forza; e la Bellezza senza il Bene e Verità è soltanto un idolo… La Verità è il Bene… La Bellezza è quello stesso Bene e quella stessa Verità incarnata in una forma viva . Ecco perché Dostoevskij ha detto la Bellezza salverà il mondo”. Vladimir Solov’ev
Francy Myrto
Dedicato a tutti coloro che con la parola e l’azione , con il loro coraggio e la passione vorranno essere, in questi tempi bui dell’umanità, un “nuovo inizio” ,un nuovo ri-cominciamento o meglio quel bagliore dell’inatteso che è dato dalla libertà racchiusa nel cuore di ogni uomo, che è la fonte sorgiva e sacra della Bellezza, presenza dell’Infinito che è in lui
Dedicato, in modo particolare al dott. Giuseppe De Donno ,nei suoi occhi lucidi di bellezza ho visto passione per la conoscenza e la ferma convinzione che la ricerca e il sapere medico -scientifico dovessero essere considerati un Bene Comune appartenente all’intera umanità . Nei suoi gesti e nelle sue azioni ho visto dedizione e impegno, come medico, come scienziato, ma soprattutto in quanto uomo . Nelle sue parole gravide di vero bene per l’altro, ho ammirato onestà intellettuale, amore per il prossimo, e il coraggio di rispondere alla sofferenza con la sola purezza e gentilezza propria di un’anima bella, la sua storia riecheggia la parabola enigmatica, apparentemente fallimentare, ed universale della figura del Cristo e del principe Miškin evocatori di Bellezza, che annunciano e annegano con ciò che vorrebbero salvare. Solo il tempo messianico con la sua tempesta di sabbia svelerà in un’esplosione di bagliore il varco di salvezza aperto dal loro annuncio a tutti coloro che hanno risposto alla chiamata: salvare il mondo dalla rovina .
P.S A proposito di Arte degenerata, mi sembra più che giusto che Dostoevskij, voce universale umana, espressione del genio artistico, sia estromessa dalle alte cattedrali della cultura e dell’arte, parlava della dynamis( potere) della bellezza! Solo l’abominevole popolo russo poteva partorire una simile genio degenerato ! E giacché stiamo possiamo preparare un grande falò in stile radical chic democratico per dare fuoco a tutta l’arte russa , naturalmente solo per riscaldare la mente e l’immaginazione con la vera cultura!
Lì dove si mostra il genio splende anche il vero
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