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MORIRE DI COERENZA - LETTERA DI UNA BIBLIOTECARIA SOSPESA AI SUOI STUDENTI

Aggiornamento: 11 feb 2022

Cari studenti unipd, sono una dei vostri bibliotecari.

Ieri ho ricevuto la fatidica mail, che ormai aspettavo da giorni, in cui mi si dice che "a seguito delle verifiche condotte come indicato nella circolare... il sistema ha restituito un errore riguardo la Sua posizione rispetto all'obbligo vaccinale". A questo punto mi vengono dati cinque giorni di tempo per rispondere con un modulo intitolato "Richiesta dati stato vaccinazione", che mi propone di barrare una fra quattro opzioni possibili, nessuna delle quali mi rappresenta.

Due sono le possibilità: non rispondere lasciando passare i cinque giorni e aspettando che il mio glorioso ateneo, orgoglioso della sua Patavina Libertas, mi sospenda d'ufficio oppure rispondere subito autodenunciandomi e attendendo il verdetto.

Con alcune colleghe coraggiose che, come me, sono disposte a "morire di coerenza" piuttosto che trovare uno dei tanti escamotage adottati da altri (legittimamente, è una loro scelta), abbiamo optato per questa seconda strada. Via il dente, via il dolore, che ci dicano subito che dobbiamo stare a casa senza stipendio e a partire da quando.

Ci aspettano quattro mesi e mezzo (salvo proroghe) in cui far quadrare i conti familiari. Non sarà facile, dovremo stringere la cinghia, fare tagli anche sull'essenziale (il superfluo non ci ricordiamo più da tempo com'è fatto!), ma la nostra dignità e la nostra integrità fisica e spirituale saranno intatte.

A voi, cari studenti, quelli che più mi hanno dato soddisfazione in questi quasi venticinque anni di onorata carriera, quelli che hanno dato un senso al mio lavoro, faccio il mio più caro augurio di tenere duro, di rimanere saldi nei vostri principi, di non arrendervi di fronte a nessun ricatto. Vedrete che alla fine vincerà chi ha usato la testa e non si è lasciato sopraffare.

Spero che sarete voi a ricostruire la società del futuro e che vi ricorderete sempre di questo periodo in cui siete stati vittime di una discriminazione tanto ingiusta quanto inutile, affinché non si debba mai più ripetere una cosa simile e che i vostri figli possano essere orgogliosi di voi e trarre ispirazione dalla vostra forza.

Vi voglio bene.

Susanna Valpredi Micelli, una bibliotecaria unipd.

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