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Lamentazioni di un professore

Pubblichiamo con amarezza le riflessioni di questo professore, demansionato nonostante il super green pass.

Scrivo di getto queste parole, mentre sento gli schiamazzi degli alunni che fino a venerdì scorso erano anche i miei. Sono diventato temporaneamente inidoneo all'insegnamento poiché la mia dirigente ha deciso così e me lo ha comunicato con una mail piena di citazioni di riferimento alla decretazione d'urgenza degli ultimi anni.

La motivazione naturalmente è la mia inadempienza all'obbligo vaccinale. Nonostante il mio super green pass da guarigione sia valido ovunque in tutta Italia fino al 30 giugno, non è più sufficiente per farmi fare il mio lavoro.

Mi sono state raddoppiate le ore di servizio e sono stato sistemato alla meno peggio nello sgabuzzino adiacente una delle mie classi con la consegna di evitare il contatto con gli alunni. E' una bella prova psicologica devo ammettere. Per il momento non ho mansioni. Ho portato da leggere e un pc per lavorare comunque.

So che basterebbe una punturina per essere riammesso nell'ecumene scolastica come una pecorella smarrita che ritorna all'ovile. Ma io non ho intenzione di vaccinarmi contro il covid. Non lo farò non perché sia contro i vaccini o contro la Scienza (anche se la sola declinazione al singolare di questa parola mi provoca dei brividi); semmai sono contrario a questa campagna vaccinale che nasconde clamorosi conflitti d'interessi e chiama filantropia il capitalismo più agguerrito. Ma, fondamentalmente, persino prescindendo dalle considerazioni sull'efficacia dei vaccini e sull'opportunità di un'ipervaccinazione di massa in un contesto pandemico, quello che non mi ha mai convinto è la possibilità di obbligare le persone a sottoporsi a un trattamento sanitario in nome del bene comune. La storia è piena dei peggiori crimini perpetrati nel nome del bene pubblico. La stessa articolazione del concetto di consenso informato viene fuori, non a caso, a seguito della seconda guerra mondiale proprio per stabilire un limite oltre il quale non bisogna andare: il consenso appunto della persona.

In questi 2 anni lo Stato ha provato a escludere me e la mia famiglia dalla società ma per fortuna non c'è ancora riuscito. E' bastato che il Presidente della Repubblica desse la patente di altruismo a chi si vaccinava per considerare gli altri egoisti, individualisti. E' bastato che il Presidente del Governo dicesse che chi non si vaccina contagia e uccide gli altri per retrocedere ulteriormente i non vaccinati ad untori.

Le etichette schiacciano, forzano il dibattito verso scelte e schieramenti preconfezionati senza contemplare posizioni dialettiche e complessità delle situazioni specifiche degli individui.

Ho pensato seriamente a emigrare (a quasi 50 anni) quando le mie figlie per fare pallavolo o prendere un autobus dovevano dimostrare di avere il green pass. Del resto le avvisaglie di questa china autoritaria si erano avute già da subito quando il governo Conte non seppe distinguere tra una passeggiata all'aperto e un assembramento pericoloso.

Poi ho pensato che questo è anche il mio paese. E che restare e resistere contribuisca a cancellare leggi ingiuste e a sostituire dirigenze a tutti i livelli non all'altezza del loro compito. Questo mi permette ancora di fare la nostra amata democrazia e queste sono le mie intenzioni.

"Complottista!"- mi dice ridendo il mio amico credulone…


Vincenzo Nicola Le Rose, 27 aprile 2022, anno III° della Nuova Normalità

(prof. temporaneamente inidoneo ad insegnare, disubbidiente, non conforme)






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