Prima o poi un dopo ci sarà. E allora che cosa faremo? Continueremo a credere nella democrazia o in una scuola che per anni si è proclamata inclusiva e democratica? Postiamo una riflessione molto interessante di G. Colonna, redattore della pagina di informazione Clarissa, risalente al 6 gennaio 2022.
Come se la crescita dei contagi, il contagiare e il contagiarsi dei vaccinati, la perdita di efficacia dei vaccini dopo solo pochi mesi, l’immunizzazione promessa e mai realizzata, fossero colpa dei non vaccinati.
Il ricatto “o ti vaccini o non lavori” è ora esteso, dalle categorie colpite per prime (sanitari, insegnanti, forze dell’ordine), ad una indifferenziata fascia anagrafica di cittadini, senza che vi sia alcuna base tecnica per farlo: è questa solo un’affermazione di potere, la rabbiosa reazione difronte al fallimento comprovato di due anni di scelte insensate. Della serie: “adesso ti faccio vedere io chi sono!”. Vedremo nelle prossime settimane a cosa sarà servito.
Alla luce dei contagi, e addirittura delle maggiori infezioni tra le terze dosi per la fascia 12-39 (dato mostrato nella trasmissione DiMartedì su La7), ci viene da dire che non è servito a fermare i contagi, ma a rafforzare quell’odio sociale tra chi si è vaccinato e chi no. Cosa succederà dopo dobbiamo deciderlo noi, analizzare la realtà tutta e chiederci: “Siamo sicuri di volere che tutto ritorni come prima?”
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